Negli USA lo chiamano “Summer learning loss” ed è un fenomeno che viene studiato già da molti anni. Si tratta, in poche parole, di una ricerca che testimonia come vacanze estive eccessivamente lunghe contribuiscano a peggiorare le capacità di apprendimento dei ragazzi, soprattutto quando a contribuire ci pensa anche un contesto familiare non dei migliori.
Le polemiche degli studenti italiani in merito all’eccessivo carico di compiti durante la pausa estiva dalle incombenze scolastiche sono lunghe a morire. In realtà, però, questi studenti non si rendono conto della fortuna che hanno a studiare proprio nel nostro sistema scolastico. In Inghilterra, per esempio, l’anno scolastico inizia il 1° settembre e finisce il 31 agosto, con una pausa tra luglio ed agosto di circa sei settimane. Molto poco, in confronto ai quasi tre mesi italiani, che si aggiudicano il podio europeo.
Secondo numerose ricerche americane un’assenza così prolungata dai banchi di scuola comporterebbe una perdita notevole di apprendimento poi verificata al ritorno in classe: l’estate si trasforma in un killer della conoscenza, in particolar modo per quegli studenti che vivono in contesti familiari particolarmente disagiati. E’ netto, infatti, il gap di performance a seconda del background di provenienza e, quindi, delle esperienze extrascolastiche vissute nel periodo estivo. Il gap viene poi quasi del tutto colmato durante l’anno scolastico, ma i dati dimostrano come sia necessario, per chi vive un disagio sociale, avere la possibilità di essere seguito anche durante la lunga pausa da scuola.
Proprio da questi dati parte la ricerca di Dottorato in Pedagogia Sperimentale dell’Università La Sapienza di Roma, volta ad analizzare per la prima volta in Italia il fenomeno del “Summer learning loss”, per scoprire se colpisca anche gli studenti nostrani. La ricerca, quindi, si inserisce in un filone più ampio, quello della questione dell’equità scolastica, e vuole andare a verificare se il lungo periodo di vacanze e il carico di compiti assegnati dai prof italiani contribuiscano a peggiorare il rendimento dei ragazzi.
Fonte: Tgcom24.mediaset.it
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